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Ivano Ferrari, Ivano Ferrari racconti, mettìnculi, prendìnculi, Racconto, racconto breve, racconto comico, uomini
Gli uomini si dividono in Mettínculi e Prendínculi *. Ti è chiaro questo? Ne dubito. Te lo rispiego. Perché vedi, se sei un Prendínculo, è difficile che per te la situazione possa cambiare, diciamo quasi impossibile. Essere Prendínculo è una vocazione, una predisposizione, una costituzione.
Sei uno di quelli che urta una macchina facendo marcia indietro e lascia il bigliettino con il nomino e il numerino di telefonino? Sei un Prendínculo. Dai fiducia ad una donna e questa si fa sbattere dal primo ganzo che le fa vedere un po’ di pacco e di pelo pettorale? Sei un Prendínculo. Dichiari i tuoi sentimenti e ti fai prendere in giro da tutti? Dichiari i tuoi intenti e ti fai battere sul tempo? Sei corretto e aiuti gli altri in difficoltà per farti poi fottere quando sarai in difficoltà a tua volta?
Sei un Prendínculo senza rimedio.
Se nei panni del Prendínculo non ti trovi tanto a tuo agio e sei interessato a diventare un Mettínculo, sempre ammesso che sia possibile, posso darti qualche lezione. Come dici? Che sei tutt’orecchie e io sono il tuo maestro? Sei proprio un Prendínculo, va là, fatto e finito.
Cominciamo con la prima regola: i Prendínculi sono molti, i Mettínculi sono pochi. Per mantenere costante il rapporto i Mettínculi hanno ideato una specifica educazione per apprendisti Prendínculi. La fiducia, la coerenza, il rispetto, la correttezza sono gli strumenti inventati dai Mettínculi per abbindolare i Prendínculi. L’amicizia, l’altruismo, l’amore, il sacrificio sono fregnacce della stessa risma. Questi ideali sono fatti per essere insegnati agli aspiranti Prendínculi fin dall’infanzia. Cercando di rispettarli i giovani ingrosseranno fatalmente la schiera dei Prendínculi.
Regola numero due: i Prendínculi hanno un disperato bisogno di sentirsi tanto buoni e a posto con se stessi ed è questo che li fotterà per sempre. Un vero Mettínculo si sente buono quando ha fatto il suo tornaconto e a posto con se stesso quando ha fatto quello che lo fa sentire buono. La coscienza è un trapianto di matrice mettíncula nella mente del Prendínculo. Rispondendo alla propria coscienza il Prendínculo offre le proprie chiappe in sacrificio al trapiantatore. La coscienza si gode la scena.
Terza e ultima regola: le regole sono per i Prendínculi.
Ti domanderai chi me lo fa fare di darti queste lezioncine, diciamo così, di vita. Be’, mentre mi stai ad ascoltare con la faccia adorante, ti ho fottuto il portafoglio, mio fratello ha messo la macchina nel tuo posteggio, gli amici miei ti hanno svaligiato la casa, mia madre al bar ti ha dato il resto in banconote false e poi, per buona misura, ti abbiamo denunciato perché non hai fatto la regolare revisione annuale della calderina. Regolati e organizzati. Nel portafoglio ti ho lasciato cinque euro per la vaselina. Non voglio far troppa fatica, io, che se no mi vengono le borse agli occhi.
*: le parole Mettínculo e Prendínculo sono sdrucciole e si pronunciano con l’accento sulla seconda sillaba (Pren-dín-cu-lo)