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antropologia, comportamenti, documentario, Ivano Ferrari, Ivano Ferrari Genova, Ivano Ferrari ginecologo, letteratura, potere, Racconti, Racconto, uomo moderno
Ecco finalmente a voi il frutto di anni e anni di osservazioni e di lunghi e faticosi appostamenti. Attraverso immagini inedite e materiale di eccezionale qualità abbiamo oggi la possibilità di raccontarvi una storia straordinaria come non l’avevate mai conosciuta prima. Un gruppo di sapiens sapiens osservati nel proprio ambiente naturale e impegnati nell’attività che più occupa il tempo e le energie di questi mammiferi: il predominio sul proprio branco.
Come sapete, le incredibili doti del cervello di questi primati, il linguaggio, la creatività, il ragionamento astratto vengono utilizzate solo in minima parte per scopi come l’aumento delle conoscenze, l’aiuto reciproco o il miglioramento delle proprie condizioni di vita. Per una delle tante inspiegabili contraddizioni a cui la natura ci ha abituati, questi bizzarri animali scelgono invece di rivolgere ogni energia alla realizzazione di ciò che apparentemente serve loro meno: una lunga, ininterrotta, sfiancante lotta per un fugace potere sul proprio gruppo.
Durante il nostro viaggio alla scoperta di questi animali incredibili proverete una strana e terribile sensazione di spreco. Guardare le interazioni tra sapiens sarà un po’ come vedere un apparecchio sofisticatissimo, che so, un cellulare di ultima generazione, usato per piantare un chiodo in un muro o per scavare un buco nella sabbia. Questo rende le immagini molto impressionanti per cui ne consigliamo la visione solo ad un pubblico adulto.
Diamo voce adesso alle riprese.
La battaglia senza esclusione di colpi sta per cominciare.
Avviciniamoci in punta di piedi ed entriamo insieme nella scena.
L’ambiente in cui ci troviamo è un luogo chiuso, affollato, come è abitudine dei sapiens. Se osserviamo le espressioni di questi soggetti le troviamo tese, allarmate, senza che ce ne sia un apparente ragione. Le femmine del branco indossano la loro livrea da accoppiamento e i maschi i colori del corteggiamento. Hanno tutti un’aria molto indaffarata senza che si capisca di preciso in quale attività sono impegnati. Guardate questo giovane maschio come si gonfia al cospetto del suo rivale. Il linguaggio simbolico che utilizzano è molto complesso. Il dominato atteggia costantemente il proprio viso al sorriso anche quando non ce n’è ragione e segue il dominante cercando costantemente di attirare la sua attenzione. Osservate come questa femmina tratta il dominato, che degna solo di uno sguardo fugace, e come invece si pavoneggi di fronte al dominante mostrandogli le terga e le mammelle per compiacerlo.
Ora di colpo succede qualcosa. L’agitazione nel gruppo cresce progressivamente fino a diventare quasi palpabile. Il maschio anziano che fa la sua entrata cambia completamente i comportamenti dei membri del branco che prendono tutti a mostrarsi inoperosamente affaccendati. Il nuovo arrivato indossa la livrea del potere. Non è più sgargiante di quella degli altri maschi ma è portata con maggior disinvoltura, anzi con una lieve trasandatezza che sembra essere il vero segno del suo dominio, dal momento che sembra l’unico a potersela permettere.
Subito l’anziano è circondato. Dispensa sorrisi e quando parla tutti tacciono. Le femmine più belle del gruppo sembrano avere occhi solo per lui e assumono pose che indicano la disponibilità all’accoppiamento. Evidentemente dice cose interessantissime e divertentissime perché tutti ascoltano rapiti e fanno a chi ride più forte.
Solo un membro del branco pare avere un comportamento diverso. Indossa una livrea simile all’anziano e sta lievemente in disparte. L’anziano lo nota e gli rivolge la parola con un tono secco, provocatorio. Lo sfidante lo guarda dritto negli occhi e mostra, non cambiando la propria postura, di non avere alcuna soggezione e anzi, risponde con aria quasi canzonatoria. Tutti tacciono e qualcuno si nasconde.
C’è uno scambio di battute da cui lo sfidante esce evidentemente sconfitto. Quello che appare incredibile è che non è successo assolutamente nulla, in realtà, o almeno nulla di comprensibile, ma è come se si fosse consumata una tragedia. Se catturassimo adesso uno dei due maschi (lo abbiamo fatto e ve lo mostreremo nella prossima puntata) e campionassimo nel suo sangue gli ormoni dell’allarme, il cortisolo e l’adrenalina, doseremmo valori fuori scala. Troveremmo le palme delle mani e le ascelle madide di sudore, le fauci secche, l’orripilazione, cioè il drizzarsi involontario dei peli, ai massimi livelli e il ritmo cardiaco quasi raddoppiato rispetto alla norma. Tutto senza che sia possibile individuarne una sola ragione oggettiva. Lasciamo adesso il maschio perdente alla sua prostrazione, isolato dal branco. Lui o qualche altro come lui riuscirà presto a scalzare il dominante dal suo trono e lo occuperà a sua volta per un breve periodo fino ad essere lui stesso scacciato nell’eterno ciclo che segna la lotta dei sapiens. Seguiamo invece il dominante nel suo breve momento di gloria. Eccolo raccogliere la sottomissione degli altri maschi e poi con un cenno, invitare la femmina più bella a entrare nel suo cubicolo. Sembra quasi dalla sua espressione trionfante che stia tutto in quest’atto di possesso pubblico, in questa dimostrazione di potere al resto del branco, il breve momento di felicità perfetta a cui forse tende l’intera competizione. La telecamera nascosta all’interno del cubicolo sembrerebbe dimostrarlo: l’accoppiamento in questo caso nemmeno si consuma. Quando abbiamo sottoposto a risonanza magnetica questo sapiens dopo averlo catturato per studiarlo, numerarlo e poi liberarlo, abbiamo peraltro confermato come in questi soggetti la ghiandola prostatica appaia spesso gravemente infiammata dallo stress con conseguenti serie difficoltà erettive.