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“Grande eh? Sembra incredibile che possa sollevarsi in aria…”
“Come dice? Ah sì! Veramente!”
“Pensi che praticamente tutta la potenza del motore serve ad alzarlo, poi quando vola, tenerlo su e farlo muovere pare sia una bazzecola…”
“Davvero? Io non sono molto esperto…”
“Quando decolleremo, lei che è lì vicino all’oblò, potrà vedere le turbine spingerci fino a duecentocinquanta-trecento all’ora. Quello è il momento più incredibile, prima comincerà ad impennarsi il muso…”
“Ehm, guardi, abbia pazienza, capisco le sue buone intenzioni ma il suo racconto mi agita un po’.”
“Come dice? Be’, forse ha ragione, visto tutto quello che si sente in giro…”
“A che si riferisce, scusi?”
“Ma sì! A tutti gli incidenti di questi ultimi tempi! Aerei abbattuti, scomparsi, precipitati…”
“Guardi, mi faccia un piacere…”
“Ma io sono tranquillo sa? Vede mi sono portato anche il bambino. Salvo, saluta il signore…”
“Buongiorno signore.”
“… comunque, dicevo che effettivamente questi incidenti così tutti insieme…”
“Che vorrebbe dire?”
“Sono un po’ strani non le pare?”
“Strani?”
“Ma sì! Guardi, se ci pensa bene i casi sono due: o questi incidenti sono sempre avvenuti e prima non veniva dato tutte questo risalto alle notizie, e allora ci si domanda perché ora improvvisamente sia diverso, oppure ora ne stanno avvenendo effettivamente un po’ troppi e allora io mi domando che sta succedendo…”
“Ma sarà una sfortunata concomitanza! Una coincidenza!”
“Coincidenza dice? Sarà… Certo che quando cadi da diecimila metri questo ti consola poco. Sa quanto ci vuole a toccare il suolo quando si cade da diecimila metri? Minuti e minuti. Da un minimo di tre fino a molti di più, dipende da molti fattori. Minuti che devono sembrare infiniti, le urla, gli oggetti che cadono…”
“Ma guardi! Sia gentile! Abbia pazienza!”
“Comunque se è una coincidenza è ben strana…”
“Di che altro si potrebbe trattare, per carità?”
“Ma perché urla scusi? Veda lei se non le sembra strano. Tre incidenti e 462 vittime in meno di una settimana. Settecento morti dall’inizio dell’anno. Qualche domanda uno se la fa…”
“E sentiamo la solita teoria complottista…”
“Ma no, tranquillo, io non ho nessuna teoria. Mi limito a pensare. Così, per conto mio. Penso a chi potrebbe giovare spargere questo panico…”
“E secondo lei… scusi ma cosa sta facendo il bambino?”
“Niente di che. Prega. Fa sempre così. Dice di sentire le disgrazie. Che vuole? Sono le sciocchezze dell’età, i troppi film, che ne so. L’ultima volta che ha fatto così la notte poi hanno investito il nonno, pace all’anima sua, e ora si è convinto di avere chissà che poteri. Ma non ci faccia caso! Sono bambini. Dicevamo di chi potrebbe trarre vantaggio da questa situazione…”
“Io non so se ho voglia di continuare a parlarne.”
“Di sicuro non giova al turismo internazionale, anzi, e sicuramente non se ne avvantaggiano le compagnie aeree, almeno non tutte. Certo una compagnia che potesse vantare un primato in fatto di sicurezza… che si potesse fregiare di essere l’unica che non ha mai subito incidenti mentre tutte le altre…”
“Papà, voglio tornare a casa!”
“Ora che ti succede Salvo?”
“Papà, ti prego, scendiamo!”
“Ora basta Salvo, con questi capricci! Dicevo che, ammesso e non concesso un quadro così fantascientifico, ebbene, in quel caso gli incidenti dovrebbero necessariamente continuare e ad un ritmo tale da sconvolgere l’opinione pubblica e spostare i flussi sulla compagnia “sicura”. Si tratterebbe di miliardi, una cosa colossale.”
“Hostess! Mi scusi! Sì, sono io, qui! Non mi sento bene. Sono un cardiopatico. Sento di aver bisogno di assistenza immediata!”
“La faremo sbarcare immediatamente, signore! Luis, presto, abbiamo un codice quattro! Avverti i servizi aeroportuali di allertare un ambulanza!”
“Ma che le succede signore? Mi auguro non siano stati i miei discorsi!”
“Ma vada al diavolo anche lei! Spero di poter essere a terra in meno di un lampo e poi mi venga un colpo se salirò mai più su un aereo! Sì, sono qui! fate presto che ho bisogno urgente!”
“Hai visto Salvo? Che bravi quei barellieri, in uno spazio così stretto! Lo vedi che alla fine non c’è voluto niente?”
“Ma non è che quello s’è sentito male davvero, papà?”
“Ma va! Quello se la stava facendo sotto, dai retta a me! E comunque eccoti il posto vicino al finestrino che ti avevo promesso! Quando papà promette poi mantiene sempre, ricordatelo!”
“Scusate, vi dispiace se occupo questo posto? Se posso preferisco stare sempre vicino al corridoio”
“Ma per carità! Si è liberato, diciamo così, da poco…”
“E sareste anche così gentili da dare un occhiata a questa borsa, mentre sono in bagno? Per me è molto, molto importante”.
“Ma certo! Vada, vada! Ma torni prima del decollo, che poi è vietato stare in piedi.”
“Certamente ma, mi raccomando, non la perdete mai di vista.”
“Tranquillo, tanto noi siamo qui a guardare il panorama! La sua borsa con noi è in una botte di ferro.”