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Bruttina in vacanza al mare.
Pelle chiara chiara. Così chiara che i piccoli peli neri delle braccia (ma pochi eh! e sottili) si vedono uno per uno. Corpicino proporzionato, in compenso, con tutte le curvette al posto loro e un bel seno pieno che però ti ci devi mettere d’impegno a notarlo se non altro perché non t’aspetteresti di trovarlo lì, sotto quelle spallucce nude e quel visetto con espressione da supplente di lettere che è tutta un programma.
Postura seria in attesa che aprano i bagni dove è arrivata alle otto meno dieci del mattino, posa un po’ affettata, da damina. Unghie delle piccole mani e dei piccoli piedi ben curate così come i capelli, freschi di pettinatrice e vestitino ammodino, in tinta con la borsa da spiaggia.
Riassunto: bruttina in vacanza al mare tutt’altro che bruttina. Già, già. Proprio per niente. Anzi, appetitosissima a ben vedere.
A furia di ingallare turiste, e lo sa solo lui quante ne ha castigate nella sua lunga carriera di bagnino rivierasco, da un po’ di tempo a Fede gli sono venuti i gusti difficili e non si accontenta più delle solite appariscenti un po’ abbagasciate che gli si offrono a frotte. Anzi quelle non le degna manco più di uno sguardo. Gli piacciono i bocconcini stravaganti, invece, da vero intenditore, quelle che non diresti. Addirittura da un po’ di tempo si è scoperto sensibile a qualità prima impensate: l’intelligenza, la simpatia, la sensibilità. Sta maturando forse, o semplicemente invecchiando, non è chiaro e forse è meglio non domandarselo.
Fatto sta che questa la sta osservando con la coda dell’occhio da quando è arrivata, mentre si finge intento ad aprire gli ombrelloni e disporre le sdraio sulla sabbia. Sì, sì, sembra proprio una delizia. Con quello sguardo sperduto di chi non è mai a proprio agio. Ma bisogna vederla da vicino, c’è poco da fare.
Sfoggiando l’irresistibile scritta gialla “Salvataggio” sulla maglietta rossa e il famoso sorriso abbagliante sulla pelle cotta da mesi di spiaggia, il Fede si risolve e s’avvicina.
“I bagni aprono alle nove, signorina.”
“Alle nove? Che disdetta! Avrei detto alle otto!”
Un amore. Con quel viso da topina e il rammarico sincero in viso per il programmino della mattina saltato.
“Vuol dire che cercherò un bar e leggerò per un’ora.”
Leggerò. Proposito alieno. Attività ignota alla quasi totalità delle sue frequentazioni. New entry assoluta.
“Se nell’attesa si accontenta di un tavolino sotto la nostra tettoia e non accede alla spiaggia potrei fare un eccezione e farla entrare…”
“Io, non vorrei disturbarla o crearle difficoltà…”
“Ma nessuna difficoltà! È un piacere! Venga, s’accomodi.”
Con aria un po’ circospetta, quasi in punta di piedi, la maestrina scende le scale, si accomoda tutta composta su una sedia, tira fuori un libro da una borsa e si mette a leggere.
Il Fede vorrebbe almeno fingere di riprendere il lavoro e invece non riesce a combinare niente. La lettrice lo turba e lo scombussola. Lo fa sentire strano.
Eccola, ad esempio, che alza gli occhi dal libro, incontra i suoi che non smettono di fissarla e subito li abbassa, mossa dalla timidezza. Timidezza. Dov’è finita la timidezza? È così bello incontrarla di nuovo, pensa il Fede. E poi pensa anche che è così stanco di donne facili e vuote. Che forse non è stata tutta ‘sta gran gloria collezionare corpi di femmine di cui non sa nemmeno il nome. Roba che dell’ultima dell’altra sera riesce a ricordare solo un tatuaggio sulla natica e nemmeno il viso, altro che il nome.
“Posso offrirle un caffè, signorina? La macchina dovrebbe essere calda”
“Non si disturbi, la prego, non voglio distoglierla dal suo lavoro”
“Nessun disturbo! Con la scusa lo prenderò anch’io e le farò compagnia, vuole?”
Ancora quello sguardo che s’abbassa e gli fa cadere il cuore a precipizio nella sabbia.
“Ecco qua signorina, quanto zucchero mette?”
“Due cucchiaini, grazie, lei è molto gentile”.
Che bel sorriso sincero, senza malizia! Che ti succede Fede? Che ti succede vecchio puttaniere? Cos’è questo tremore che ti senti dentro?
“Si ferma molto qui da noi, signorina?”
“Solo fino a domenica. Pensavo di prendere una cabina qui. Una mia amica mi ha parlato di questi bagni e me li ha consigliati molto caldamente. Ne avete ancora qualcuna libera?”
“Qualcosa c’è ancora. Verifico e le dico. Adesso vado ad aprire che s’è fatta l’ora. Sono contento che abbia scelto noi.”
Non c’è errore. Era un accenno lieve di sorriso quello che il Fede ha colto sul bel viso pallido della signorina.
E lo accompagna tutto il giorno quella sensazione di gioia, nonostante ci sia tanto da fare. E nei momenti più frenetici, quando sembra che la giornata non voglia finire più, è sufficiente voltare lo sguardo nella direzione dell’ombrellone che le ha assegnato e tutta la stanchezza passa di colpo. A vederla con quel bikini d’altri tempi fatto all’uncinetto, a osservare i suoi passi che si dirigono al mare con modestia, senza sculettamenti e atteggiamenti da diva de noiantri.
E poi, a fine giornata, accorgersi con il cuore che batte all’impazzata che lei continua a rimanere sulla sua sdraio, immobile a leggere, mentre tutti i bagnanti se ne vanno, uno ad uno, fino a restare l’ultima.
“Non si stanca mai di leggere, signorina?”
“Oh, che maleducata! Forse devo andar via! Forse deve chiudere!”
“No, no! Può restare, signorina! Tanto io ho ancora da fare per un po’!”
“Mi chiami pure Mariafrancesca. È il mio nome.”
“Piacere signorina Mariafrancesca. Io mi chiamo Federico.”
“Ma gli amici la chiamano Fede…”
“Come fa a saperlo?”
“Niente, niente. Ho sentito oggi che molti la chiamavano così”
“Sì è vero. Lei può chiamarmi come vuole in ogni caso…”
“Andrà benissimo Fede, il suo nome di battaglia.”
Come ci si comporta con una persona a cui si tiene davvero? Se non te ne frega niente ti butti e via. O la va o la spacca. Ma se ci tieni, il rifiuto ha tutto un altro peso. Il Fede, incredibile a dirsi, per la prima volta nella vita si sente impreparato ad un approccio con una donna.
“Ecco Mariafrancesca, io avrei finito…”
“Accidenti come vola il tempo!”
“Deve essere proprio appassionante quel libro.”
“Sì, mi ha proprio presa…”
“Io mi domandavo…”
“Sì?”
“Se per caso lei, Mariafrancesca, sempre che non abbia altri impegni, intendo, se insomma, per caso non le andasse, non mi prenda per il solito sfacciato, di mangiare un boccone con me, giù al porticciolo, una pizza o quel che più le piace…”
“Ah!”
Ecco, frittata fatta, tutto rovinato. Maledetto me. Maledetto. Buzzurro. Plantigrado.
“Le chiedo scusa, se mi sono… io non è che volessi…”
”Ah!”
“Sì, sì, lo so che sembra la solita cosa, lo so, ma mi creda…”
“Ah, finalmente!”
“Finalmente?”
Lo sguardo stordito del Fede si posa sul libro chiuso poggiato sulle gambe di Mariafrancesca. Cinquanta sfumature di grigio.
“Mi domandavo se fossi lo stesso Fede.”
Cinquanta sfumature, non era quella storia in cui lui e lei…no, deve essere un’altra.
“Lo stesso di chi? Mi perdoni…”
“Lo stesso di cui mi ha parlato la mia collega. Fede, lo stallone del salvataggio, il bay watcher più dotato della riviera.”
“Co-come dice?”
“Senti Fede, vengo da Milano apposta per te. Io direi di saltare la fase della pizza e passare subito alla fase due. Mi ha detto la mia amica Giorgia che hai uno scannatoio non lontano da qui.”
“Scanna che? O mio dio!”
“Ti guardavo il pacco oggi, ed effettivamente sembra una cosa da dio, dell’amore però… Senti, tu sei contrario ai filmini? Così in linea di principio. Se sei contrario è lo stesso, non ti preoccupare.”
“Filmini? Ma che…”
“Eh, tranquillo, non è che poi ti vado a mettere su You Porn, è solo per farlo vedere alle mie amiche a Milano, che sembra che in vacanza ci vanno solo loro. Ho anche portato il cavalletto. Mi ha raccontato la mia amica Giorgia che sei uno specialista nel…”
“La prego Mariafrancesca! Basta, la prego!”
E scappa il Fede, come una verginella turbata, scappa per la prima volta nella storia di fronte ad una pollastrella avida d’essere sdraiata, e scappando piange, non lo sa nemmeno lui il perché. E non sente dietro di lui come una voce d’angelo che gli urla qualcosa, perché è come cieco e sordo, tanto il suo cuore è in tumulto.
“Eh che fuoco! Che fretta! Aspetta almeno che prenda la borsa! Sai cosa pensavo? Se hai un amico bagnino potremmo fare una macedonia, un tris, una donna di cuori e una coppia di re di bastoni! Non è un’idea fantastica? Se ci stai, Giorgia la devono rianimare quando torno a casa! Altro che sfumature di grigio! Le porto io un bel souvenir dal mare!”